Milazzo, Penisola del sole



Mylae, così chiamata alle origini dal popolo Greco, è una lingua di terra bagnata dal mare su due fronti, posta tra il golfo di Milazzo a Est e quello di Patti a Ovest, in un luogo strategico della Sicilia poco distante dal capoluogo.
Milazzo, forziere prezioso di storia, consente alla meeting Industry, nell’arco della stessa giornata di trascorrere di mattina piacevoli momenti visitando il maestoso Castello Arabo Normanno, il Duomo antico, e la città fortificata e di rilassarsi nel pomeriggio con escursioni a bordo di imbarcazioni che solcano il Tirreno, ammirando dal mare cristallino le icone naturalistiche della città, come il promontorio di Capo Milazzo, le piscine di venere e la Baia di S. Antonio, con la possibilità di prolungare l’escursione con una magnifica minicrociera alle vicinissime Isole Eolie.
La spiaggia di Milazzo conferisce un fascino particolare a tutta la costa, spiaggia ciottolosa e pulita che si lascia bagnare da un limpido mare turchese, dove è possibile godersi comodamente dal bagnasciuga lo splendido scenario delle 7 Isole Eolie e tutta la costa fino a Tindari.
Destinazione che fa del promontorio e dell’accoglienza le Sue ricchezze e punto forte per i Meeting Planner e PCO che propongono Milazzo, conferendo agli eventi l’originalità di contesti difficilmente riproducibili altrove con a disposizione numerose opportunità per organizzare eventi di successo, che iniziano atterrando ad uno dei due vicini aeroporti di Catania o Palermo, raggiungibili sia con voli di compagnia di bandiera sia con voli Low Cost.
Il clima mite di Milazzo, mediamente il più mite d’Italia, di tipo mediterraneo con evidenti caratteristiche subtropicali ( Secondo la classificazione dei climi di Köppen la città fa parte della fascia climatica Csa ), regala la possibilità di estendere la bella stagione da Aprile ad Ottobre, periodo ideale per organizzare team building nelle immense zone verdi di Capo Milazzo e trekking sulle pendici dell’Etna, il vicinissimo vulcano attivo più alto d’ Europa, scenario ideale per incentive mozzafiato.
Milazzo si conferma vincente per qualsiasi tipologia di evento dai congressi agli incentive, passando per convegni, road Show, lanci di prodotto e manifestazioni culturali. La destinazione negli ultimi anni è riconosciuta per l’ originalità progettuale e per la capacità di creare attrattive di tendenza.


 MICE fra storia, lusso e cultura



Milazzo, tradizionalmente vissuta come zona marina, negli ultimi anni meta dei meeting planner e grandi Brand per l’organizzazione di incontri e congressi di spessore, grazie anche alla nascita, nel 2012, della nuova struttura alberghiera, Eolian Milazzo Hotel 4 Stelle, che grazie alle sue 46 camere e soprattutto alle due sale meeting interne che ospitando fino a 200 persone, è riuscita ad ampliare e sodisfare le richiesta MICE sul tutto il territorio.
Inoltre per meeting fino a 400 persone l’Eolian Milazzo Hotel si avvale delle comode e suggestive sale all’interno del maestoso castello dove è  possibile organizzare eventi di altissimo livello, immersi in uno scenario mozzafiato, confermando evento dopo evento professionalità nella gestione e nell’intera organizzazione congressuale

Il Castello di Milazzo ( Castello di Federico Secondo di Svevia ), fra i più imponenti d’Europa, bene nazionale dell’Unione europea è il monumento più importante della città, si estende per 7 ettari, ideale per grandi eventi congressuali e fieristici, un mix fra arte e cultura, un’ eccellenza storica ed artistica capace di regalare un’esperienza straordinaria a tutto il mondo Leisure e Congressuale.

Il castello

La fortificazione sorta sulla sommità del borgo antico di Milazzo è probabilmente di origine araba. Sviluppato ed accresciuto in epoca normanna e sveva, oggi è stato dichiarato monumento nazionale. Nel 1608 sorse al suo interno la Cattedrale di Milazzo (oggi Cattedrale antica) ed il Palazzi de' Giurati. 
La salita del Castello conduce al castello. Già a sinistra si incontra il Torrione S.Maria ed il Bastione della Fonderia, prima cinta della struttura militare. A destra proseguono i bastioni dell'addizione spagnola (XVI secolo circa). Davanti si prospetta il portico che con un suggestivo corridoio conduce sia al piano del Duomo Antico che al Castello.
All’interno della Fortezza sorge il Duomo Antico, sorto a partire dai primi anni del XVII secolo, e consacrato nel 1616 su un progetto attribuito a Camillo Camilliani e comunque di scuola manieristica. L'imponente portale è di scuola rinascimentale. La chiesa, oggi sconsacrata, è stata sottoposta negli ultimi anni ad importanti interventi di restauro e dichiarata monumento nazionale. Essa contiene al suo interno alcune opere d'arte. Nello spiazzo antistante al Duomo Antico si affacciano i resti del Monastero di SS. Salvatore" (XIV secolo) confuso in genere col "Palazzo de' Giurati - che alcune fonti fronteggiasse la chiesa madre - mentre ad oggi non risultano essere tracce di ulteriori opere o strutture murarie che attestino la presenza di palazzetti nobiliari nelle adiacenze del monastero.

Capo Milazzo 

Capo Milazzo E' un promontorio che si estende per 5 km nel mar Tirreno. Interessanti sentieri in mezzo alla vegetazione tipica mediterranea. è uno dei siti paesaggistici più affascinanti della Sicilia sotto il profilo ambientale e naturalistico. L’importanza della posizione geografica ha reso questo luogo protagonista fin dall’antichità di numerosi eventi storici e culturali.  È uno spettacolo incantevole di colori: il verde intenso e il marrone bruciato che riveste lo sperone roccioso, si sposa con il blu smagliante del mare.
 La zona comprende il Santuario di sant’Antonio da Padova, realizzato all'interno di una grotta che sembra aver dato rifugio al santo durante una tempesta nel 1221.
 Percorrendo il crinale della penisola si può arrivare al Monte Trino, punto più alto di questa lingua di terra, il cui nome deriverebbe dalla triade pagana, Apollo, Diana e Iside.
La natura si manifesta anche in una grande varietà di specie animali e vegetali: tanti cespugli come la ginestra e il cappero, tra le specie animali la donnola e il riccio, ma anche molti uccelli come il falco pellegrino, il cormorano e varie specie di gabbiani.
l’edificio del Faro domina sulla Secca di Ponente, piccola e isolata. Sorpassati Punta Messinese e il grosso scoglio detto "il Carciofo", si giunge alla suggestiva Baia di sant’Antonio, dai fondali bassi e rocciosi. Durante tutte le stagioni, questo luogo richiama i giovani dalla città e dai centri vicini per trascorrere il tempo all’ombra degli uliveti, a contatto con la natura e con il mare, ammirando il panorama e il sole scomparire dietro le Isole Eolie.

La Baia di S. Antonio e la chiesetta nella roccia


 Al termine della strada vi è una piazzetta. Da li una ripida scalinata in discesa conduce  al piccolo santuario rupestre di Sant’ Antonio da Padova. La chiesetta incastonata nella roccia, fu per il Santo rifugio dopo una tempesta. Secondo la  tradizione Sant’ Antonio da Padova, all’ età di venticinque anni lascia il convento agostiniano, per andare in Marocco per predicare il Vangelo  presso gli Islamici. Scampato da un nubifragio, il Santo avrebbe approdato sulle coste di Capo Milazzo, dove si sarebbe rifugiato in una piccola grotta, sede oggi del Santuario.
Dopo la morte di Sant’ Antonio, avvenuta nel 1231 a Padova, la chiesetta divenne luogo di preghiera, frequentato maggiormente dai devoti provenienti dai dintorni.
Intoro al 1500 , un eremita ampliò la grotta e vi collocò un quadro con l’ immagine  del Santo  che divenne oggetto di grande venerazione, del quale non si hanno più notizie in seguito al saccheggiamento da parte di alcuni pirati  saraceni.
Intorno al 1575, secondo quanto si legge su una lapide posta all’interno del Santuario, la famiglia Guerrera restaurò e ampliò la grotta.
Oggi nella chiesa è possibile osservare il portale in pietra e l’altare maggiore in marmo intarsiato, con quattro colonne tortili, risalenti al 1699.
Inoltre possiamo notare: un altare secondario, il pavimento di marmo e la porta della sacrestia in marmi policromi e battenti di legno,  opere
 realizzate nel 1737.  Nel 1738 lo scultore Federico Siragusa, realizzò dei bassorilievi a forma ovale in stucco, raffiguranti episodi della vita del Santo.
Guardando sulla parte destra dell’altare maggiore vedremo collocata una copia della tela della Madonna della Provvidenza ( fine ‘600).
Alla destra dell’altare maggiore si trova una grotticella, forse l’originaria grotta in cui  il Santo si sarebbe rifugiato lo scampato naufrago, con un rozzo altare intagliato nella roccia viva. Custodita in locali annessi al santuario, vi è anche la vara del  Santo, opera dell’artigiano milazzese Giacomo D’ Amico, nel 1797.

Le piscine di Venere


L'estrema punta a nord di Milazzo, è un piccolo paradiso terrestre. Percorrendo un sentiero in mezzo alla natura, scendendo alcuni scalini in mezzo a fichi d'india e vegetazione che cresce spontanea, si arriva al piccolo
laghetto di Venere, chiamato anche: Piscina di Venere.
Resterete meravigliati, come lo sono rimasta io. Le foto danno solo un'idea della meraviglia del posto.

Il borgo antico


 Comprende la cittadella fortificata che domina dall'alto i quartieri medievali che si estendono ai suoi piedi, lungo il pendio della collina.
Lingresso al borgo coincide con l'inizio di via lmpallomeni, fiancheggiata da ambo i lati dal Quartiere Militare Spagnolo (1585-1595). All'interno del borgo vi sono numerosi edifici religiosi.
Sulla destra, lungo l'omonima salita, si incontra il Santuario di S. Francesco di Paola, poco più avanti, sulla salita S. Francesco, si notino il Palazzo dei Vicerè, del XVI sec. ma arricchito nel XVIII da bei balconi con mensole barocche, e più avanti, sul lato opposto della strada, la settecentesca facciata della Chiesa del SS. Salvatore, di Giovan Battista Vaccarini.
Proseguendo lungo la via S. Domenico, si trova, sulla destra, la Chiesa della Madonna del Rosario, sede, fino al 1782, del Tribunale dell'inquisizione. Eretta nel XVI secolo, fu profondamente rimaneggiata nel corso del XVIII sec., quando l'interno fu decorato con stucchi e affreschi, opera, questi ultimi, del pittore messinese Domenico Giordano. Sulla sinistra, la salita Castello conduce all'imponente cinta muraria spagnola, la più esterna e la più imponente delle tre mura. Inoltre i numerosi locali e pub presenti in questa zona, ne fanno il regno della Movida Milazzese.

Santuario di San Francesco


 Rivolto verso il litorale di Levante, il santuario è ubicato su un’ altura all’interno del Borgo.
Secondo la tradizione sarebbe stato San Francesco in persona a fondare la chiesa e l’annesso convento, dando inizio alla costruzione nel gennaio del 1465 sul colle di San Biagio e abbattendo la chiesetta del XII sec. Situata precedentemente in quel luogo. Nel 1468 i lavori terminarono.
Il Santuario a navata unica, aveva l’ingresso principale ricolto ad ovest, mentre l’abside si trova ove c’è l’attuale ingresso principale, a est. La chiesa e l’annesso convento dei frati Minimi furono interessati da radicali lavori di restauro tra il 1750 e il 1765 che diedero l’aspetto attuale alla chiesa.
 Lo scalone d’ingresso e la facciata  in pietra di Siracusa, ultimati nel 1765, sono di elegante stile Rococò.
Nella parte nord vi è infissa una palla di cannone sparata il 20 luglio 1860, giorno in cui i Mille di Garibaldi batterono i Borboni.
Secondo la tradizione, il proiettile non esplose grazie all’ intervento miracolosi di San Francesco.
All’internodel santuario, posta in una nicchia, sorge l’imponente statua lignea di San Francesco di Paola, opera di un ignoto realizzata nel 1702.
 Il Santuario è costellato di dipinti che ricordano vari episodi della vita del Santo calabrese. La volta affrescata è piuttosto recente, del 1914, opera dei fratelli Saverino. Gli affreschi originari, realizzati intorno al 1765 da Scipione Manni a conclusione degli imponenti restauri settecenteschi, furono distrutti durante un incendio il 10 maggio 1908.
Osservando gli altari laterali, in quello a sinistra possiamo ammirare l’altare dedicato a Gesù e Maria, secondo il gusto roccocò, un altro altare dedicato a San Francesco Saverio, con un dipinto settecentesco. A destra sono ubicati i due altari, uno in onore di San Biagio, e l’altro dedicato alle tre sante siciliane Lucia, Agata e Apollonia. Sempre sulla destra troviamo la cappella del Crocifisso e all’interno di esso il corpo imbalsamato della beata Candida. Nella nicchia centrale è collocata una raffinata statua in alabastro della Madonna col Bambino opera di Domenico Gagini.
All’interno dei locali si trova anche il convento dei frati Minimi, che ospita numerose opere d’arte tra le quali i calici, ostensori, incensieri, paramenti sacri e reliquari realizzati intorno al ‘700 da orafi e argentieri messinesi.
Il più famoso reliquario per i fedeli milazzesi è la “berrettella”, un frammento del copricapo di San Francesco, portata in processione il martedì seguente alla domenica della festa. In occasione dei festeggiamenti solenni che si svolgono durante la prima domenica del mese di maggio, la statua del santo viene portata in processione, evento alla quale partecipano molti milazzesi e non. La processione della “ berrettella” invece si svolge per lo più a mare. Questa festa venne istituita nel 1943, anno in cui San Francesco di Paola venne proclamato santo. Nel porto, dopo il saluto delle navi presenti, il sacerdote sale a bordo di un’imbarcazione portando con se la reliquia.
Nel corso della cerimonia viene gettata in mare una corona dall’alloro, in ricordo e in onore di tutti i marinai milazzesi morti in mare a causa di guerre o durante la pesca; in seguito viene in partita la benedizione e si pone fine alla cerimonia.

Il Duomo di S. Stefano Protomartire



 Il duomo di Milazzo dedicato a Santo Stefano Protomartire, patrono della città, fu costruito tra il 1937 e il 1951 per volere dell’arcivescovo monsignore Angelo Pajno, e su progetto dell’ingegnere Pagano, tecnico dell’ufficio diocesano, in sostituzione dell’antico duomo antico, che dal 1860 risultò impraticabile sia per le note vicende dell’impresa garibaldina, e sia perché situato nella Cittadella fortificata, lontana dai nuovi insediamenti urbani.
Inaugurata nel 1952, la cattedrale presenta internamente un impianto di tipo basilicale, diviso in tre navate, con transetto ed abside.
Le opere d’arte collocabili tra la seconda metà del Quattrocento e l’intero arco del Novecento, sono numerose, per cui ne citiamo solo alcuni: la statua lignea di Santo Stefano, opera di Filippo Quattrocchi da Gangi; un polittico scomposto realizzato nel 1531 dall’artista Antonello De Saliba, di cui si conservano le tavole dei Santi Pietro, Paolo, Nicola da Tolentino, e Rocco; il polittico di San Nicola in Trono affiancato da una tela raffigurante l’Annunciazione, opere di Antonio Giuffrè; il dipinto dell’Adorazione del Bambino eseguito da Antonello De Saliba nel XVI secolo; un Crocifisso realizzato dalla bottega di Giovannello de li Matinati.; una tela settecentesca dei Martiri Milazzesi; le tele eseguite da Scipione Manni, e raffiguranti la Natività, l’Adorazione dei magi, e il martirio di San Sebastiano; il Tabernacolo della Cappella del Santissimo; e il fonte battesimale del Duomo antico. 


Vaccarella e il Lungomare Garibaldi



Il Lungomare Garibaldi è una suggestiva passeggiata accanto al mare in pieno centro città dove avrete la possibilità di tuffarvi nello shopping grazie ai numerosi negozi e potrete consumare una romantica cena nei luoghi di ristoro qui presenti.
Il Lungomare è dedicato a Giuseppe Garibaldi, che nel 1860 con la sua armata dei Mille si introdusse nella città e la sottrasse al precedente dominio Borbonico, spianando così la strada per l’ Unità d’Italia.
Chiamato anche Marina Garibaldi, oggi uno dei punti d’incontro più affascinanti della città, grazie anche alla sua vicinanza con i numerosi monumenti storici che la città offre. Qui sorge anche il Municipio della città. Più avanti a destra, la statua bronzea dedicata all’ ammiraglio Luigi Rizzo, oggi figura di spicco milazzese, costeggia con imponenza il lungomare. Egli, soprannominato l’Affondatore, prestò servizio nella Regia Marina durante la prima e la seconda guerra mondiale ricevendo numerose onorificenze.
Proseguendo troviamo la chiesa dedicata a San Giacomo, edificata nel 1434 , Palazzo D’Amico, che ospita la biblioteca comunale, e infine,  la chiesa di Santa Maria Maggiore. Qui, la leggenda narra che, Garibaldi, stanco delle sue numerose battaglie, si riposò sedendosi sulle scale della chiesa mangiando pane e cipolla.E’ per antonomasia il quartiere dei pescatori; nonostante abbia perso parte della sua ruralità, è sempre piacevole osservarvi le barche allineate sulla riva e contemporaneamente ammirare i pescatori rammendare le reti stese al sole.  Gli abitanti di vaccarella ricordano con orgoglio San Francesco di Paola che, durante il suo soggiorno a Milazzo, preferì soggiornare nel loro rione anziché in zone più signorili.

La 'ngonia del Tono



Con il termine dialettale ‘ngonia si definisce l’angolo, infatti questa zona di Milazzo
è un’insenatura a forma di angolo acuto delimitata dall’ultimo tratto sabbioso della
spiaggia del Tono. Esso è un luogo davvero speciale, al quale  i milazzesi
sono davvero affezionati.

La ‘Ngonia segna il termine della strada, regno dell’uomo, e l’inizio del dominio della natura.
Accanto alla meravigliosa spiaggia, vi è una grande piazza. Al centro di essa troviamo la chiesetta della
“ Madonna Nera” simbolo della devozione degli abitanti della zona.
Per apprezzare meglio i fondali e lo splendido strapiombo della roccia nel mare, è consigliato affittare una piccola barca che farà in modo che possiate immergervi nelle splendide insenature.
 Questa zona segna la fine della Riviera di Ponente, meta principale
del turismo balneare, grazie alle sue incantevoli spiagge e
acque cristalline.

Le tonnare


 Le tonnare hanno un’ origine antica, prima tra queste quella del porto di Milazzo, risalente al 1290, in seguito sostituite dal molo artificiale. Molto importante era quella del Tono, che rimase aperta fino al 1966.
Raccontare delle tonnare significa parlare di mare, costa, di paesaggio, ma anche memoria, di quell’isola bagnata dal un blu antico, pregnante di storia e di cultura mediterranea.

Oggi è possibile visitare il museo della Tonnara, che racchiude le foto e alcune riproduzione di quella che è stata parte della storia di Milazzo in particolare del Tono.

Inoltre è possibile gustare piatti tipici nei ristoranti presenti nella zona rimanendo incantanti dal fantastico panorama.

Gli storici di Milazzo

Caio Duilio, difese Milazzo durante la guerra punica contro i Cartaginesi e ciò segnò l’ingresso di Roma come grande potenza navale nel Mediterraneo. A lui sono dedicate una via e piazza del centro di Milazzo.

Giuseppe Piaggia, pur non combattendo “in prima linea”, Giuseppe Piaggia ha scritto comunque una delle pagine più importanti del risorgimento milazzese e italiano, forte di quei valori di unità e libertà che, attraverso lui, scorrono nel sangue dei milazzesi.  A lui oggi è intitolata una scuola elementare situata nel centro della città.

Gian Battista Impallomeni, amante della letteratura, le sue qualità di studioso del diritto penale lo portarono a distinguersi nel mondo dei tribunali e dei processi penali: un tributo alla sua attività di ricerca ed approfondimento delle disciplina penalistica si ebbe quando, dopo circa quindici anni, mentre ricopriva l’incarico di Sostituto Procuratore del Re a Palermo, fu chiamato a Roma presso il Ministero della Giustizia, per contribuire all’ultima fase di elaborazione del Codice Zanardelli.Dopo la presentazione del Nuovo Codice Penale Italiano, Giovan Battista Impallomeni era ormai riconosciuto come illustre studioso del Diritto Penale. Oggi a lui è dedicato il liceo classico della città.

 Alessandro Pizzoli, fu un giovane volontario che si sacrificò per mettere ai suoi compagni di battaglia di conquistare un pezzo dell’artiglieria che fino a quel momento non permetteva l’avanzata dell’esercito garibaldino.  Giuseppe Piaggia rimasto molto colpito da questo evento, lo riportò raccogliendo delle testimonianze negli ospedali di Barcellona e Milazzo.

 Stefano D’ Amico, nonostante le difficoltà legate al periodo storico e al contesto familiare, egli non abbandonò il suo innato interesse per l’arte. Scultore, pittore e artista eclettico, realizzò numerose opere tra queste il pannello presente sulla facciata della Scuola Media Luigi Rizzo, che rappresentano il connubio tra scuola e vitae quello collocato nell’aula magna dell’ Istituto Tecnico “ Leonardo da Vinci”, composto da dieci scene policrome, è presente un altro pannello, rappresentante la vita semplice legata ai misteri alla cultura e al lavoro.

 La cucina tipica

La cucina siciliana vanta una tradizione gastronomica ricca di sapori. La fascia tirrenica tra mari e monti riflette tale dualismo geografico nei suoi piatti tipici.
Uno tra questi è la pasta la “ Pasta alla norma” realizzata con sugo di pomodoro, melanzane fritte e ricotta salata grattugiata.
Ma ancora più rinomati sono gli arancini, i pitoni e la focaccia, che è possibile acquistare ovunque nei numerosissime  “rosticcerie”.

Ma la base incontrastata dei nostri piatti siculi, è senz’altro il pesce, cucinato in svariati modi.
Il piatto più diffuso è il pesce stocco, di origine messinese. Presso il nostro ristorante potrete degustare una deliziosa “Insalata di Pesce Stocco”, preparata con scalogno, sedano, capperi di salina, pomodoro datterino, olio extra vergine di oliva e peperoncino fresco

Il fiore all’occhiello della cucina siciliana sono i dolci; basta solo citarli per avere l’acquolina in bocca. Tra i più noti abbiamo: La cassata, la granita con brioche (solitamente consumate a colazione), la pignolata, il sospiro e primo tra tutti il cannolo con la ricotta

Ci soffermiamo sui più diffusi nella pasticceria milazzese:

 Pignolata: Dolce tipico Milazzese è la  una glassa preparata con tuorli d’uovo,
cacao e gianduia.


 Sospiro: è il dolce più diffuso a Milazzo intorno agli Trenta del secolo scorso, esso prende il nome in seguito ad un episodio popolare che vede come protagonista una signora in avanzato stato di gravidanza, ella mentre camminava ebbe un leggero malessere e venne fatta accomodare in una pasticceria. Le venne offerto un dolce e ripresasi esclamò << Ah sospiro>> e da qui ne derivò il nome di quel dolce farcito con la crema.
 Granite: era consuetudine dell’antica borghesia fare colazione con una buona granita accompagnata da brioche o biscotti; originariamente erano disponibili in soli due gusti, limone e caffè, ma oggi sono molteplici i gusti che i vari bar offrono.


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